IL PROGETTO è nato dal mio incontro con una persona che purtroppo è stata interessata direttamente da questo triste problema. Ovviamente mi sono dovuto documentare per capire più nel dettaglio quali erano le situazioni da esporre, e da subito mi sono imposto una cosa: dovevo rappresentarle solo situazioni dove non era presente violenza vera e propria, sangue, etc… Altri punti fermi erano il non voler utilizzare modelle ma persone comuni, esempi di ciò che veramente accade, e poi comunque dividere il progetto in due parti, una “triste e drammatica in bianco e nero, ed una a colori che invece rappresenta c’è il lieto fine. Per l’esposizione delle foto non volevo una location elegante e importante, una location classica per le mostre fotografiche, ma ho scelto un locale serale/notturno di ritrovo, al periodo tra i più frequentati a Cagliari, in modo che le persone che potevano “raccogliere” questo messaggio fossero in numero più numeroso possibile e di vario target, dai dipendenti di uffici adiacenti, ai giovani e adulti che andavano a divertirsi la sera.

Ho cercato di rappresentare più situazioni possibili, soprattutto in ufficio e in ambienti domestici, dove purtroppo avvengono la maggior parte degli abusi. Ho avuto la collaborazione di varie persone, tra cui un bravissimo stilista che oltre ad avermi permesso di realizzare alcuni scatti a casa sua, mi ha consentito di fare l’ultimo scatto del progetto, a colori, proprio nel suo negozio di abiti da sposa, a testimoniare il definitivo epilogo felice della storia.